venerdì 24 agosto 2018

Il venerdì del libro #43 - Se tu vai via porti il tuo cuore con te


Se tu vai via, porti il mio cuore con te

 Silvia Gianatti




Manca solo un mese alla nascita del suo primo figlio, quando Valeria sente pronunciare dai medici le parole che nessuna madre vorrebbe mai sentirsi dire: ''Non c'è battito.'' Anche se non ha mai visto la luce, al bambino che per otto mesi è cresciuto nella sua pancia Valeria ha quotidianamente rivolto parole, pensieri, racconti, sogni... Come può accettarne la morte? Per un genitore la perdita di un figlio è una tragica sovversione del ciclo naturale della vita, un'ingiustizia inaccettabile, una sofferenza atroce che congela ogni cosa e da cui sembra impossibile poter riemergere. Lacerata dal dolore e dalla rabbia, Valeria si chiude in sé stessa, finché un giorno non prende in mano carta e penna e inizia a scrivere. E così, pagina dopo pagina, ristabilisce, quasi senza rendersene conto, il legame violentemente interrotto con il suo bambino, e con sé stessa. La vita riprende il suo corso, il sole ricomincia lentamente a illuminare le giornate di Valeria, il mondo recupera colore e calore. E anche se è un buco nero in fondo al cuore, avviene che un giorno il dolore fa spazio ad altre felicità. Bisogna solo avere la pazienza di saper aspettare, il coraggio di farsi aiutare, la speranza che a poco a poco si ritrovi un senso a tutto. Un libro toccante e delicato su un tema difficile: la morte perinatale, un fenomeno diffusissimo ma di cui si parla ancora troppo poco. Ma ''Se tu vai via, porti il mio cuore con te'' è anche e soprattutto un libro sulla perdita e sul superamento del dolore, perché alle lacrime e alla rabbia seguono prima o poi la pace e la forza di ricominciare.

Trasparelena ha letto questo libro in anteprima, in un weekend di luglio, perchè Silvia è una sua amica e le ha fatto da correttore di bozze. 

Trasparelena ha letto questo libro solo perchè Silvia è una sua amica e le ha fatto da correttore di bozze, ma in tutta onestà non l'avrebbe comprato (e Silvia lo sa) 

Cinque anni fa, Trasparelena non avrebbe nemmeno fatto da correttore di bozze, anche se Silvia è una sua amica, perchè il tema è troppo doloroso. Troppo troppo troppo doloroso.

Trasparelena ha pianto, e forse ha pure pianto un po' di più proprio perchè Silvia è una sua amica, e anche se questa non è la sua storia, è il suo dolore, e ci sono piccole parti di quel dolore che Trasparelena conosceva, in particolare quando la protagonista racconta del padre, che a lei sembrava proprio il papà di Silvia. 

Trasparelena pensa che questo sia un libro bellissimo, davvero moltomoltomolto ben scritto, tuttavia non lo consiglierà alle sue amiche, perchè la perdita di un figlio, anche se non all'8 mese, ma quasi sempre nel primo trimestre, è una cosa ben più frequente di quel che si creda.
Una cosa che non si dice, che per vari motivi si tende a tenere nascosta, ma che è ben più frequente di quel che si crede. 
Trasparelena, a pensarci, conosce più persone a cui è capitato che persone a cui non è capitato. 
E non è che se succede all'8 settimana invece che all'8 mese non faccia male. Certo la cosa non è paragonabile, ma resta comunque una perdita. Una perdita che spesso viene ridotta a una malattia, ma che non è una malattia (anche se generalmente in ufficio è quello che si racconta) e non si conclude nel periodo in cui succede, perchè ci sarà sempre un momento in cui ci si chiede come sarebbe stato se, quanti anni avrebbe se etc...
E il libro di Silvia è troppo doloroso, perchè è troppo reale.

Silvia! Ovviamente io spero che il tuo libro sbanchi, perchè è parecchio bello e se lo merita, e anche tu, te lo meriti. Però ecco, magari il prossimo un pochino meno toccante, se possibile

Con questo post il Traspablog partecipa al venerdì del libro
recensione e foto www.amazon.it



 

e sì, sei anni fa Trasparelena è stata due settimane a casa dall'ufficio con la bronchite, ma non era veramente una bronchite.......


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L'educazione è molto apprezzata