giovedì 16 agosto 2012

Biologico? parliamone

il primo raccolto delle piante di pomodoro che ho messo sul balcone, al posto del gelsomino. 
Sabato pomeriggio, in un pomeriggio torrido, la Traspafamiglia andava a zonzo per i paeselli dei dintorni.
Ci si è imbattuti nel supermercato del biologico, e s'è deciso di fare un giro, nella vana speranza di trovare frutta che non passasse dallo status "acerbo" allo status "marcio" senza passare dal "maturo".

Ecco, parliamone.

Prodotti bio ce n'erano a bizzeffe, c'era pure la scelta tra due-tre marche differenti, c'erano cose senza lievito, senza glutine, senza lattosio etc... però mi è caduto l'occhio sulla provenienza.
Sulla provenienza in particolare di un sacchetto di patatine di mais. 
Olanda.

Olanda.

Ecco, saranno pure biologiche, e quindi non mi mangio i pesticidi, ma quanto gas di scarico è stato usato per trasportare queste patatine dall'Olanda fino a casa mia?

Lo stesso per moltissimi altri prodotti, che arrivavano dalla Germania o dall'Austria. Perfino l'acqua.

E qui io e il Traspamarito ci siamo interrogati. Ma ha senso comprare prodotti bio che arrivano da così lontano? Soprattutto quando gli stessi prodotti si potrebbero trovare mooooolto più vicino (non dico magari la frutta tropicale che ci sta che arrivi da lontano...)?

Ma solo io guardo la provenienza dei prodotti che consumo e cerco di prendere quelli che hanno fatto meno strada? Certo i pesticidi li mangio e li bevo (seppure non è provato che sia così, magari col lavaggio e la cottura si annientano) ma l'aria la respiro. L'aria la respira anche la BambinaGrande, pure se le patatine di mais bio olandesi le schifa. E mi chiedo se patatine non bio, ma proveniente da più vicino non avrebbero fatto meno male a lei e ugualmente male a noi.....





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